Il catalogo

Due sono i motivi che mi hanno portato a scrivere con vero piacere questa pagina: il primo è il ricordo ancora vivo degli anni che ho trascorso come alunno nel Collegio di Villa Mondragone e che vorrei così testimoniare in occasione della bella Mostra permanente che l’Università di Roma “Tor Vergata” e la Provincia Euro-Mediterranea della Compagnia di Gesù hanno strutturato; il secondo è il fatto che questa prefazione me l’ha chiesta l’amico prof. Vittorio Capuzza, mio affezionato allievo.

(…) Del Collegio Mondragone conservo tanti ricordi affettuosi e cari: per questo sono tornato sempre volentieri negli incontri organizzati dall’Associazione degli ex-Alunni. Uscito dal Collegio ho avuto sempre un certo rimpianto e posso dire ancora: «ci tornerei».

 

dalla Prefazione del prof. Ennio CorteseProfessore Emerito di Storia del diritto italiano – Università degli Studi di Roma “La Sapienza”

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Il collegio di Mondragone, nel più limpido spirito della Compagnia di Gesù, sin dalla sua origine nel 1865 ha avuto lo scopo principale dell’educazione religiosa, non meno dell’istruzione dell’intelletto nella conoscenza della verità; tale fine si univa a quello della formazione funzionale alla possibilità a suo tempo d’applicarsi con buon successo a qualunque delle diverse professioni sociali, sostenendo con decoro nella società civile quel grado meritato. L’ambiente formativo di allora si può conoscere anche grazie a uno dei primi documenti, il Programma del Convitto di Mondragone, in cui compare una graziosa descrizione della Villa e dell’attività educativa: «Questo grandioso edifizio torreggia sullo spianato di uno del colli tusculani all’altezza di circa 375 metri (…) ed ha intorno distesa la magnifica villa dello stesso nome. Per comodità di Sale, di Logge e di Cortili, per ampiezza di prospetti e di passeggi, per amenità di soggiorno e salubrità di cielo appena potrebbe trovarsi luogo più acconcio alla dimora ed agli esercizii proprii di giovani convittori. Una via ferrata che si corre in poco più di mezz’ora lo avvicina alla Capitale, e facilita ai Parenti i mezzi d’accesso, come altresì agevola il modo ai giovani alunni di partecipare con certa misura alle grandi solennità della Capitale». In relazione alle materie letterarie, viene indicato, fra i precetti, che per i primi tre anni d’insegnamento elementare: «La [istruzione] letteraria abbraccerà lo studio comparativo delle grammatiche latina ed italiana, e ne avranno l’applicazione nei classici d’ambe le lingue accoppiando l’esercizio d’imitazione nello scrivere. I più capaci si applicheranno altresì alla lingua greca studiandone i rudimenti, e cominceranno a spiegare i testi scelti per i principianti». Successivamente ai tre anni elementari «avrà luogo per un biennio lo studio teorico e pratico della letteratura latina e italiana. I precetti dello stile, dell’eloquenza e della poesia formeranno la prima parte: lo studio degli oratori e poeti classici e l’esercizio del comporre la seconda. (…) Ad assicurarsi del profitto dei giovani due volte l’anno ciascuna scuola darà saggio delle materie studiate con invito dei Parenti. Di più un ragguaglio accurato della condotta morale, del progresso letterario e della sanità degli alunni sarà dato ai loro Genitori ogni terzo mese».

In una successiva edizione del Programma viene precisato che la «Casa Borghese ha conceduto questo suo antico palazzo sul colle Tuscolano a uso di Convitto, ove buon numero di scelta gioventù riceva una compiuta educazione religiosa, letteraria e civile. (…) La letteraria abbraccia le Scuole Preparatoria, Ginnasiale, Liceale, secondo i Programmi governativi, tenute da Professori patentati, od almeno legittimamente abilitati sotto la direzione del Rettore. (…) Della condotta e del profitto degli Alunni si dà esatto conto ai Sigg. Parenti ogni mese».

Una versione manoscritta, ma più recente, del Programma che segna una già avvenuta apertura all’insegnamento scientifico, pone in parallelo la salubrità e la bellezza del posto con l’efficacia dell’istruzioni dei giovani convittori; sembra che tutta la Villa si sia materialmente dedicata a questa nuova missione, che tanti Padri Gesuiti hanno animato con zelo e spirito di sacrificio; tra questi il pensiero corre veloce a p. Lorenzo Rocci, autore del monumentale Vocabolario di greco la cui stesura ebbe inizio sabato 4 gennaio 1908, come annota lo stesso p. Rocci nel suo Diario recentemente pubblicato. Nel manoscritto Programma si legge: «Il grandioso castello, che accolse più volte i Romani Pontefici, offre agli alunni nelle sue splendide sale, nei sontuosi portici, nei dormitorii spaziosi, nelle scale piene di aria e di luce quanto può giovare al buon andamento dell’ordine e quelle comodità, che convengono a giovani di agiata famiglia. Allo sviluppo fisico ed alla fiorente sanità degli alunni conferiscono assai i vasti piazzali, nei quali si fanno più volte al giorno le comuni ricreazioni, gli alimenti sani e abbondanti, opportune (…) passeggiate, i bagni in collegio e la ginnastica». Viene ancora riconosciuto che «Il metodo di educazione è quello comune a tutti i collegi della Compagnia di Gesù, quello cioè che una esperienza tre volte secolare ha dimostrato essere sommamente atto a formare (…) più ancora il cuore dei giovani». L’anno scolastico a Mondragone incominciava il 1° ottobre e terminava il 31 luglio; la giornata del convittore era scandita da rigorose regole, molte delle quali in modo trasversale miravano alla formazione secondo il preciso stile dei Gesuiti.

[…]

prof. Vittorio Capuzza

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